mercoledì 1 luglio 2015

[recensioni] - LA RAGAZZA CHE CUCIVA LETTERE D'AMORE DI LIZ TRENOW (TRE60 EDITORE)



Nel lontano 1914 Maria, un’orfanella con la passione per l’arte del cucito, assieme all’amica Nora, lascia l’istituto gestito dalle suore all’interno del quale ha vissuto sin da quando era una bambina e parte alla volta di Buckingam Palace dove si dedicherà alle mansioni di cucito. Ed è qui, tra queste reali mura, che la giovane cede al fascino del giovane principe Edward. Il loro è un amore destinato a morire, ma purtroppo il destino ha voluto complicare la situazione. La giovane, rimasta incinta, viene trasferita in un ospedale psichiatrico e del bambino non ci saranno più notizie. Nel 2008 la giovane Caroline, mettendo ordine nella soffitta, ritrova una vecchia trapunta che attira da subito la sua attenzione. Apparteneva a sua nonna, la quale a sua volta l’aveva ereditata. Il tessuto pregiato e i complicati ricami attirano l’attenzione di Caroline che inizia a indagare sul suo passato. 
“Dopo aver portato in grembo un bimbo per nove mesi e aver percepito ogni suo movimento ti ritrovi innamorata persa per quell’esserino anche se non lo hai mai visto con i tuoi occhi e lui non ha ancora preso la sua prima boccata d’aria. È un amore difficile da immaginare se non lo hai mai provato, talmente ti riempie, talmente invade il tuo corpo come l’acqua con una spugna, senza lasciare spazio per altro.” 
“Una grande e complessa saga familiare”. È questa la definizione che ho scelto per descrivere questo romanzo. Un romanzo che unisce diversi generi letterari: è romanzo storico e di formazione con atmosfere mistery. 
Si tratta di un grande viaggio tra passato e presente; tra due epoche storiche completamente diverse l’una dall’altra; tra due società agli opposti. 
Le protagoniste (Maria e la giovane Caroline) sono diverse, certo, ma hanno alcuni punti di contatto. 
Maria è una giovane sartina inesperta del mondo. Ingenua, dolce e bisognosa d’affetto, si fida della persona sbagliata e si lascia sedurre da labili promesse. Sarà solo tra le mura dell’ospedale psichiatrico che proverà a ribellarsi, a lottare contro le leggi di un mondo che non perdona, una corte che deve necessariamente occultare gli scandali. Da donna fragile, Maria prova a divenire forte e a rivendicare la sua posizione e i suoi diritti. La trapunta è il suo testamento, il suo segno, il suo confessare un peccato che fa tremare molti. 
Caroline, figlia del nostro tempo. Giovane donna che si ritrova senza un lavoro e senza una relazione sentimentale, a badare alla madre malata. Eppure Caroline non si abbatte: inventa un lavoro, coltiva l’amicizia e soprattutto indaga su quella misteriosa trapunta. Non ha paura di rischiare, la dolce Caroline, che sotto alcuni aspetti tanto ricorda la fragile Maria. Testarda e determinata, non demorde e scava, scava senza pietà, senza esclusione di colpi. Scava fino a riportare alla luce una storia d’amore e di dolore che la coinvolge in prima persona. 
Il romanzo si contraddistingue per la dolcezza nella narrazione e per l’amore di cui ogni pagina è intrisa. L’autrice dà grande rilievo all’aspetto sentimentale della vicenda e lo fa servendosi di uno stile semplice, discorsivo e fluido. 
Il lettore segue le vicende con ansia e trepidazione. Anch’egli vuole capire, scoprire e dare un volto alla chiave di questa vicenda.
Una lettura piacevole e originale. Un continuo salto temporale che consente di conoscere due epoche, due vite, due grandi donne.
©Silvia Devitofrancesco

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