giovedì 4 giugno 2015

[il mondo delle donne] - Estratto dal romanzo “Una nomale strana vita”, la mia prima creatura (Arianna Berna)




 “Notte.
L’odore umido della notte riempie le narici e gli occhi sono ormai abituati all’oscurità. Ho perso la concezione del tempo. Ero talmente arrabbiata quando sono partita da non guardare l’ora, non è da me, visto che di solito mi organizzo sempre al minuto, oggi faccio uno strappo alla regola, questa notte sento di non essere la stessa di sempre, mi sembra di vedermi dall’esterno ed una fitta mi paralizza lo stomaco.

La riconosco, questa vigliacca sensazione, è la vergogna.

Non c’è anima viva. Nessuno, a parte me e le mie paure.

In una frazione di lucidità mi domando che cosa sto facendo qui, da sola, nascosta in auto ad attendere e mi chiedo che cosa mi aspetto di vedere.

Non posso credere che l’ossessione mi abbia portato così alla deriva, ma arrivata a questo punto, devo smetterla di logorarmi nei dubbi, ormai devo sapere e devo vedere.

Forse vedendo non avrò bisogno di altre conferme. Le bugie prenderanno una forma ed io sarò finalmente libera di guardare quello che ora mi viene celato.

Non posso credere e non voglio credere che sia stata tutta un’illusione.”


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