martedì 1 luglio 2014

[il mondo delle donne] - Un esame, un compleanno, un matrimonio e... un mondiale! (di Monica Coppola)


Giugno è stato un mese intenso e ricco di colpi di scena.
Diciamo che le tappe si possono scandire di pari passo con le uniche tre partite “giocate” (si fa per dire) dalla nostra nazionale.
Le cose sono andate più o meno così…

14 giugno
1° PARTITA
Italia - Inghilterra
ORE 22,30.

Ho sonno, sì ho maledettamente sonno.
Qualche anno fa di sabato sera mi sarei dimenata al ritmo di “sabor latino” in qualche dancing o avrei spadellato per intere tribù di amici e invece adesso l’unica cosa che desidero è farmi una sonora ronfata.
Pienamente giustificata direi, visto che mancano appena 5 giorni al mio quarantesimo compleanno e quindi ho tutto il diritto di dare il benvenuto ai primi cedimenti strutturali della vecchiaia che incombe, stanchezza inclusa.
Le mie amiche che hanno già raggiunto il traguardo mi hanno avvisata: dopo il giro di boa che dagli “enta” porta agli “anta” tutto peggiora.
Hai ancora più sbalzi d’umore, i capelli bianchi proliferano in perfetta sincronia con i cuscinetti adiposi e ti sbraneresti prole, coniuge e parentado fino alla settima generazione un giorno su due.
Non resta che appendersi al collo un cartello con la scritta “Caduta pezzi” e camminare a testa bassa.
Evviva.
Comunque trenta o quaranta resta il fatto che io ho un sonno boia e vorrei solo dormire.
Anche se c’è l’anticiclone sub tropicale che rende tutto appiccicoso e anche se iniziano i mondiali.
A tal proposito la piccola C. ha annunciato tutta pimpante che lei resterà sveglia per tutti i due i tempi, minuti di recupero inclusi.
Il mio coniuge-coinquilino se l’è svignata con una scusa non meglio identificata promettendo di rientrare come un moderno Cenerentolo, entro il fischio d’inizio della mezzanotte.
Io però non ce la posso proprio fare…
Ho avuto una giornata da manuale della mamma e non ci sono abituata…
Mi sono svegliata all’alba per fare da “mamma-coach” ad F. che affrontava la sua prima prova scritta d’esame. Ovviamente assalita da tutti i dubbi grammaticali catalogabili dalla prima elementare alla terza media, nessuno escluso.
Poi per par condicio ho dovuto improvvisarmi “mamma-giardinetto” preparare un tramezzino alla nutella e prendermi eritemi e zanzare sotto il solleone di un parco giochi senza alberi, che i pargoli considerano però molto trendy, perché possiede un infernale struttura gioco denominata “Ragno”, su cui gli spensierati infanti tentano di arrampicarsi come scimmiette, rischiando ad ogni mossa fratture varie e assortite.
Ciliegina sulla torta ho ricoperto l’infame ruolo di “mamma-spesaiola” raccattando provviste al Carrefour tra la massa famelica di quel che restava del sabato pomeriggio.
E mentre riponevo gli approvvigionamenti dentro sottilissime buste puzzone di plastica bio, la cassiera mi ha rifilato uno scontrino chilometrico in triplice copia blaterando qualcosa a proposito di rimborso del cento percento in caso di vittoria della nazionale.
Io ho annuito distratta mentre arraffavo scontrini e pure la piccola C. in procinto di esibirsi nel tuffo da carrello.
E quindi adesso, dopo questa bella giornatina io e il mio spirito patriottico non ce la facciamo proprio più e vorremmo solo assopirci tra le lenzuola, con buona pace del tricolore.
Ma le mie “ragazze” non la pensano così.
Reclamano la “partita in famiglia” e considerano la mia presenza indispensabile visto che anche Cenerentolo ci degnerà della sua piuttosto fantasmagorica presenza.
Dopo un estenuante tira e molla raggiungiamo un armistizio: mi sarà concesso un sonnellino breve dalle 22. 30 alle 23.30, a patto che mi renda disponibile a fare da cavia per una manicure bianca rossa e verde. In alternativa sono disposte a stare brave per la modica cifra di dieci euro cadauna.
Ci accordiamo per 5 euro più una scorta mensile di estathé alla pesca e posso andarmi a stendere.
Chiudo gli occhi e, finalmente, mi rilasso…
Sono in pieno dormiveglia quando avverto qualcosa di strano, come una presenza morbida sulle mie guance e un lieve ronzio nelle orecchie…
Apro un occhio pigramente e vedo la piccola C. con le sue manine premute sulla mia guancia
“Mamma… volevo svegliarti per dirti che puoi dormire ancora mezz’ora!” annuncia fiera.
Non sa che un annuncio del genere potrebbe essere più letale del diabolico “ragno” dei giardinetti…
Per fortuna l’istinto materno, o più probabilmente il sonno, ha il sopravvento su ogni reazione avventata a danno del componente più giovane della mia famiglia.
Richiudo gli occhi e dopo nemmeno dieci minuti la porta si riapre.
Questa volta è la maggiore che fregandosene altamente del mio desiderio di riposo accende la luce e si sdraia accanto a me con tanto di pc posizionato sulla cartella “Tesina terza media”.
“Mà, dài… ripetiamo la tesina?”
“Frà manca una settimana!” protesto con la testa a sandwich tra due cuscini sperando che desista.
Speranza vana.
“Mà non puoi dormire! Sono tutti svegli che aspettano la partita!”
“Ti faccio sentire l’inno dei mondiali così ti svegli…”
Smanetta sulla tastiera e le note spaccatimpani di “Ole-Ola” gentilmente offerte da Lopez - Pitbull mi piombano moleste nel cervello.
“Visto che figata!”
Attratta dalla musica, anche la piccola C. decide di unirsi al party notturno pre-partita.
Io sono di nuovo animata dalle peggiori intenzioni che un genitore possa avere nei confronti della prole ma per fortuna vengo distratta da uno strombazzante “PEEEEE PEEE” che guarda caso proviene proprio dal mio uscio.
Il mio coinquilino/consorte, fresco come un bocciolo di rosa, varca la soglia munito della sua nuova trombetta da stadio hand made, costruita guardando un video su you tube tanto per ammazzare il tempo.
Mentre i tre hooligans improvvisano un karaoke sull’inno di Mameli io mi appiattisco sul divano e, tra uno sbadiglio e l’altro mi perdo tra le scarpette bicolore di Balotelli, i capelli sudati di Pirlo e l’orripilante completino rosa salmone del portiere di riserva.
I minuti passano e mentre io comprendo che il 4-2-3-1 non è un conto alla rovescia sbagliato, i miei coinquilini gongolano al primo goal, si ammosciano al pareggio ed esultano strombazzanti alla vittoria.
Alle 2,30 tutti ronfano beati nei loro lettini.
Tutti tranne la sottoscritta che, ovviamente, non ha più sonno.
Mi alzo e frugo nella borsa alla ricerca di una compressa di melatonina e mi ritrovo tra le mani lo scontrino infinito del Carrefour.
Lo leggo con attenzione e scopro che la vittoria insperata della nazionale mi dà diritto a un buono spesa da 50 euro e all’improvviso ho voglia di esultare anche io.
Prendo l’infernale trombetta fatta in casa e la schiaccio a più riprese zampettando tra le stanze.
“Beh, che avete? Non vi va più di festeggiare?”
Mi raggiungono mugugni e commenti di vivace disapprovazione mentre io, tutta soddisfatta, me ne torno a dormire pensando che tutto sommato il rosa salmone non è poi così male e il calcio inizia a starmi simpatico…
©Monica Coppola

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