Tipe
da Spiaggia #1
La nuda per caso
Di
solito si aggira per le spiagge avvolta in parei multistrato e grandi
cappelli di paglia. Seguita da un infelice omuncolo portatore di
costume a
slip.
Osserva
meticolosa l'ambiente circostante la
playa
e, quando si accorge dell'assenza di cabine destinate alla
s-vestizione, è preda del panico.
Resta
lì impalata e tenace, ghermita dai multistrati di stoffa indecisa
sul da farsi.
Ma
il sole è cocente, la sabbia rovente e il tempo tiranno, per cui, a
meno di non tuffarsi tra le chiare e dolci acque con tutto il suo
ambaradan
tessile non ha alternativa: deve spogliarsi.
Si
guarda intorno timorosa e, non appena vede sfilare sulla battigia due
marmoree vichinghe in topless, che calamitano gli sguardi degli
spiaggiaioli, marito compreso, coglie l'attimo per disfarsi
dell'ingombrante outfit
da yeti. È allora che svela un osceno olimpionico parigamba dalla
fantasia che ricorda tanto un girotondo allegro di spermatozoi ma che
lei, ignara, ha comunque acquistato al volo perché i costumi moderni
li reputa quantomeno oltraggiosi.
La
casta
spogliarellista
si sa, le sue grazie le mostra soltanto al fedele
consorte che, infischiandosene altamente delle sue manovre pudiche,
sta fissando i ballonzolanti glutei delle turiste crucche che hanno
deciso di sollazzarsi giocando a racchettoni.
Ignara
del rischio che il suo matrimonio sta per correre, protegge le sue
chiome con un ignobile cuffietta in lattice con margheritone
tridimensionali e, in tutta fretta prende il largo, per evitare che
qualche sguardo bramoso possa soffermarsi sulle sue carni,
pressurizzate dal costumone vintage. Ovviamente il coniuge ne
approfitta per socializzare con le turiste in monokini.
Dopo
la nuotata rigeneratrice che le ha fatto dimenticare l'onta del primo
spogliarello, deve però affrontare un'altra spinosa questione: il
costume bagnato.
E
nella sua testolina bigotta si dipana un amletico dubbio: rischiare
la proliferazione di funghi e batteri nelle parti "innominabili"
o tentare un'impresa ardua e rischiosa, come quella del cambio
costume
sulla pubblica playa?
Alla
fine, poiché nella preservazione delle sue
grazie
rientra anche l'evitare accuratamente malattie trasmissibili che
sicuramente proliferano in luoghi della pubblica perdizione come
quelli, e di cui, ne è certa, le spilungone bionde che ora si stanno
intrattenendo con il suo uomo sono sicuramente portatrici sane, non
le resta alternativa che dare il via al secondo spogliarello di
quella infame giornata.
Si
arrotola in un telo mare come un kebab e poi inizia a dimenare le
anche tentando di liberarsi del virulento indumento da mare. Si
contorce, si divincola, si sbraccia, ma il costume le resta attaccato
alla pelle come una tutina in lattice.
Tuffa
la testa dentro l'asciugamano, afferra l'elastico e tira con tutta la
forza che ha e il costume si arena, indisponente e testardo, in un
punto imprecisato tra chiappe e cosce e non ne vuole sapere di
andare né su né giù.
Sfinita
chiede aiuto al suo consorte che però non se la fila di striscio,
tutto intento a scattarsi selfie con le sventolone dai capelli color
miele.
Così,
imprecando contro l'estate, le spiagge senza cabine, le crucche, e
soprattutto per quello stronzo di suo marito, è costretta a fare da
sé.
Nella
foga della missione recupero
costume,
l'asciugamano le scivola e in un attimo si ritrova nuda
per caso
sulla pubblica playa,
con le chiappe coperte a metà dal costume arrotolato, il seno
prorompente e latteo e la cuffietta con i fiori in rilievo ancora in
testa.
In
quel preciso istante passano in contemporanea un inglese, un
francese, un tedesco e un venditore di cocco napoletano, che posa il
suo cestino di frutti esotici insabbiati e in un nanosecondo
immortala e condivide le sue grazie su tutti i social.
Postilla:
convertita e sedotta dal milione di like
ottenuti, manda a cagare marito e senso del pudore e diventa fashion
blogger, e opinionista fissa a Temptation
Island.
(copyright Monica Coppola - tutti i diritti riservati)