L’amore Conta, romanzo di Carmen Laterza
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A volte capita di perdersi, senza rendersi conto del momento esatto in cui questo avviene.
Irene è una giovane donna che si scontra con la routine di una vita apparentemente normale. Una vita agiata, un bel marito che la ama e un lavoro tranquillo in cui è apprezzata. Quanto di meglio si possa desiderare nell’immaginario collettivo. Eppure dietro a un’esistenza apparentemente perfetta, si celano le crepe, nate da dolori profondi.
Il silenzio rimbomba come un eco nella vita di Irene, corrodendo le relazioni più care.
Pagina dopo pagina si scopre che il marito non è poi così perfetto, ma è un uomo come tanti, incapace di perdonarsi. A tratti sembra quasi geloso dei suoi scheletri nell’armadio, tenendo Irene a distanza di sicurezza dietro a muri di parole non dette.
Ma Irene deve anche affrontare anche le sue ombre. Una mamma morta troppo presto è un dolore immenso e incolmabile, che non riesce a superare, specialmente se chi è restato, non ha avuto la forza di spiegare.
Irene a quasi quarant’anni si guarda indietro e capisce di aver perso molto tempo, è amareggiata e desidera cancellare il senso di inadeguatezza che prova, ma il vuoto che le aleggia intorno la destabilizza e le fa perdere la direzione.
La vita le appare improvvisamente piatta, ma come cambiare? L’amica di sempre non la capisce, il marito ignora l’evidente frustrazione della moglie, preferendo nascondere la testa dentro la sabbia piuttosto che affrontare una realtà. Irene è irrimediabilmente sola e che fa?
Sbaglia.
Commette errori pesanti, perde la bussola e si lascia affascinare dalla lussuria di un mondo che in fondo non le appartiene. Irene è ormai un’anima persa.
L’amore conta?
Irene è una giovane donna che si scontra con la routine di una vita apparentemente normale. Una vita agiata, un bel marito che la ama e un lavoro tranquillo in cui è apprezzata. Quanto di meglio si possa desiderare nell’immaginario collettivo. Eppure dietro a un’esistenza apparentemente perfetta, si celano le crepe, nate da dolori profondi.
Il silenzio rimbomba come un eco nella vita di Irene, corrodendo le relazioni più care.
Pagina dopo pagina si scopre che il marito non è poi così perfetto, ma è un uomo come tanti, incapace di perdonarsi. A tratti sembra quasi geloso dei suoi scheletri nell’armadio, tenendo Irene a distanza di sicurezza dietro a muri di parole non dette.
Ma Irene deve anche affrontare anche le sue ombre. Una mamma morta troppo presto è un dolore immenso e incolmabile, che non riesce a superare, specialmente se chi è restato, non ha avuto la forza di spiegare.
Irene a quasi quarant’anni si guarda indietro e capisce di aver perso molto tempo, è amareggiata e desidera cancellare il senso di inadeguatezza che prova, ma il vuoto che le aleggia intorno la destabilizza e le fa perdere la direzione.
La vita le appare improvvisamente piatta, ma come cambiare? L’amica di sempre non la capisce, il marito ignora l’evidente frustrazione della moglie, preferendo nascondere la testa dentro la sabbia piuttosto che affrontare una realtà. Irene è irrimediabilmente sola e che fa?
Sbaglia.
Commette errori pesanti, perde la bussola e si lascia affascinare dalla lussuria di un mondo che in fondo non le appartiene. Irene è ormai un’anima persa.
L’amore conta?
Eccome se conta, perché alla resa dei conti, quando ormai la vita sembra scivolare fra le dita e sembra impossibile afferrarla, un gesto d’amore potrebbe essere l’ancora di salvezza. Un raggio di sole da chi non avrebbe mai immaginato, e forse nemmeno voluto.
Riuscirà Irene a mettere da parte il passato, prima che sia troppo tardi?
Riuscirà Irene a mettere da parte il passato, prima che sia troppo tardi?
(a cura di Arianna Berna)
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