martedì 1 marzo 2016

[Recensioni] - Il sequestro Monaci – William L. Chioccini (a cura di Arianna Berna)



Il sequestro Monaci – William L. Chioccini 

 


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Il sequestro Monaci racconta la storia che nessuna famiglia vorrebbe mai vivere, il sequestro di un componente.

I personaggi sono ben delineati e costruiti, crescono pagina dopo pagina, delimitando i tratti essenziali e le sfumature.

Lucia è la figlia di un noto gioielliere e viene rapita da una banda di delinquenti nell’intento di ottenere un riscatto in cambio della libertà della giovane. Lucia subisce la prigionia in luoghi ameni, legata ad una catena come un cane, è costretta a vivere in condizioni inumane. Quel pezzo di ferro la blocca e limita la libertà di tornare alla propria vita, fatta di eventi normali, una pizza con gli amici, una vacanza, il cellulare.

Prima del sequestro Lucia era una ragazza come tante altre di buona famiglia, apparentemente viziata, ma nelle difficoltà non si è lasciata abbattere e si è adattata all’inadattabile. Sopporta la sporcizia, gli insetti, il cibo scarso, la poca acqua, le cattiverie dei suoi aguzzini, attendendo che i giorni passino, nella speranza che qualcosa accada. I giorni tuttavia trascorrono e per molto tempo, mesi, ma nulla cambia, perché subisce sulla propria pelle il braccio di ferro fra lo Stato che ha disposto il blocco dei beni e i rapitori che non intendono mollarla senza aver ricevuto in cambio denaro.

Il dramma del padre di Lucia che ama la figlia ed è disposto a pagare per riaverla a casa, ma non può e non vuole concedere quanto chiesto perché la somma è decisamente alta e in fondo i soldi li ha guadagnati a fatica pure lui. Dieci milioni di euro è una somma da capogiro e si trova nell’evidente difficoltà di raccogliere quanto chiesto anche a causa del blocco dei beni.

La madre di Lucia è all'apparenza debole, ma nemmeno tanto quanto il marito la crede, perché prende anch’ella le sue iniziative per aiutare la risoluzione positiva della trattativa.

I sequestratori sono dei delinquenti senza scrupoli e uno in particolare è una figura ambigua e non si capisce se provi empatia.

Il moderatore invece è un ex poliziotto, un uomo di fiducia della famiglia Monaci, che intavola con i delinquenti una trattativa estenuante, l’incontro delle volontà sembra impensabile, perché la richiesta è dici volte tanto quanto la famiglia è disposta a dare, finché si apre una nuova via.

La fretta della famiglia di riavere Lucia a casa e dei sequestratori di ricevere il riscatto si scontra con la lentezza della macchina della giustizia sempre troppo indietro in tutti i suoi processi, a partire dalla fase investigativa, purtroppo ingessata da regole, che ideate nell'intento di fare del bene, rischiano di ottenere il risultato opposto.

Anche la descrizione della prigionia è credibile e palpabile, i luoghi si immaginano senza sforzo, come pure l’immedesimazione nella storia avviene spontanea, proprio come deve essere quando si legge un buon libro. Inoltre l’architettura della storia non è mai scontata fino alla fine.

Il libro mi è piaciuto molto, oltre alla storia che mi ha coinvolto, ho anche piacevolmente trovato delle frasi di spessore che vale la pena leggere. Vi cito per tutte una:

"Nessuno ottiene ciò che vuole capitano. E' la condizione umana ad impedirlo. Siamo esseri incompleti, fallibili e infelici. Vogliamo troppo. Vogliamo le cose che non possiamo avere".

(recensione a cura di Arianna Berna)

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