La prima vertigine
<<Viola>>,
mi bisbiglia all’orecchio, <<puoi prenderti il resto della giornata di
ferie?>>
Io resto muta e
impalata, con almeno un milione di interrogativi che mi frullano nel cervello.
Primi fra tutti:
perché mai questo tipo si è girato mezza città per riportarmi il manoscritto? Perché
lo ha imbottito di post-it? E che diamine vorrà da me?
E quindi ora
eccomi qui a dover fare una scelta.
<<Mi
prendo il resto della giornata di ferie!>> declamo con un tono autorevole
che quasi mi sorprende.
E che, a quanto
pare, sorprende anche Mainardi.
<<Preziosi!
Ma cosa crede? Mica mi può interrompere così il turno senza preavviso!>>
E come una
trottola impazzita, inizia a girare su se stesso straparlando. (…)
Anche Tancredi,
al mio fianco, lo osserva vagare irrequieto, tutto ansimante e paonazzo.
<<Posso
occuparmene io?>> mi domanda.
Tentenno un
attimo perché, all’improvviso, mi avvolge una lieve vertigine.
Quella a metà
tra la paura di cadere e la voglia di volare, come direbbe Jovanotti.
E decido che per
una volta, al posto di lasciarmi mordere dai dubbi, posso provare a saltare.
(copyright
Monica Coppola, Viola, Vertigini e Vaniglia - Booksalad ) - immagine di Maria Teresa Di Mise
Nessun commento:
Posta un commento