Questione di peso
La gioia che prova Eva nel leggere quel
numeretto che lampeggia ad intermittenza sulla bilancia non ha fine:
cinquantasei chilogrammi tondi tondi, non un etto di più. Perdere tutto
quel peso è stato difficile, anzi una fatica boia come dice lei stessa, però
che soddisfazione arrivare a vedere quel bel numeretto che pareva scomparso
dalla bilancia.
Eva è una giovane donna di ventitré anni, alta
un metro e settantacinque centimetri che non si è mai piaciuta
davvero. Quando ha iniziato la dieta fai da tè lo scorso
aprile di chilogrammi ne pesava settantatre. Era una donna formosa e
appariscente, una di quelle donne che gli uomini guardano, ma che non si è mai
accorta di piacere. Non vedeva i ragazzi che si giravano al suo passaggio, non
si è accorta nemmeno quella volta che un uomo ha fatto cadere a terra una
confezione da dodici di uova nel bel mezzo del supermercato, tanto era rimasto
folgorato dalla sua bellezza. Non lo aveva notato perché era troppo impegnata a
cercare nello scaffale del bio i prodotti con meno calorie.
Da aprile però si è messa in testa di
dimagrire, non è andata da un medico, perché costava troppo, ha ritagliato la
dieta all’ananas di un giornaletto da donne e l’ha appiccicata all’anta
dell’armadio, promettendosi che per l’estate avrebbe perso quanto le serviva
per essere perfetta in costume da bagno. La dieta dell’ananas però è stata da
subito un flop, quindi è corsa ai ripari e si è messa d’impegno per crearsi il
proprio regime alimentare. Ha messo regole ferree a casa anche se vive con i
genitori, ha iniziato a fare la spesa separata e a cucinarsi i pasti da sola.
Ogni santa sera dopo il lavoro va al
supermercato a leggere tutti, ma proprio tutti, i dettagli riportati nelle
confezioni dei prodotti dietetici. Compara i rapporti calorici, le quantità di
grassi, le vitamine e quant'altro le venga in mente. Ormai nessun prodotto
sullo scaffale ha più misteri per lei e ogni giorno esce soddisfatta con una
busta di verdure o gallette di riso integrali. Il pane e la pasta sono stati
banditi dalla sua alimentazione, insieme alla carne, una volta a settimana però
si concede una fettina di platessa.
Eva adesso è scesa dalla bilancia e si osserva
allo specchio in mutande. Sorride compiaciuta mentre si passa le dita sul
costato. Finalmente riesce a sentire distintamente ogni singola costola,
finalmente non sono più avvolte da tutta quella ciccia e si sente bella come
una top model. Bene, anche la clavicola è in evidenza.
Se ripensa ai sacrifici le viene un brivido
lungo la schiena, quanta fame ha dovuto patire, anche la scorsa notte, dopo
aver cenato con un tristissimo passato di verdure e gallette di riso, aveva
cercato di placare i crampi allo stomaco con una tisana rilassante alla malva,
però quando era andata a letto, si era addormentata sorridente, pensando che al
risveglio le sarebbe spettata una tazza di latte con 25 grammi di cereali
integrali. Già, esattamente 25
grammi pesati sul bilanciano, non uno di più, non uno di
meno.
Il cibo è l'ossessione di Eva praticamente da sempre,
ossia da quando ha ricordi dell'età pseudo adulta. La bilancia diventa a
seconda dei momenti la sua migliore amica o peggior nemica. E' odio e amore.
Eva si pesa in continuazione da anni, appena torna a casa, quasi nemmeno saluta
i suoi per fiondarsi a far pipì e a pesarsi, non dopo aver fatto volare i
vestiti però.
Negli ultimi mesi quest'ossessione è
degenerata ed Eva nemmeno se ne è accorta, anche se lei è convinta di farsi del
bene.
Voleva calare cinque chilogrammi, ma una volta
arrivata alla meta, non le era bastato, voleva vedere come sarebbe stata con
altri tre chilogrammi di meno, poi visto che c'era ne ha tolti altri cinque e
poi altri due e poi ha perso il conto fino ad arrivare a perdere quasi
diciassette chilogrammi in tre mesi.
Anche se ha raggiunto gli obiettivi che si era
fissata, mentre si guarda allo specchio, non si sente soddisfatta. Passare
da una taglia 48 a
una taglia 38 in
così poco tempo le ha fatto girare la testa, il sogno di una vita si è
finalmente realizzato, ma non è abbastanza, vuole osare ancora. Un altro
chiletto ancora, si ripete fra sé, ingorda di aver fame, mai contenta.
Mentre è in piena contemplazione di sé stessa,
entra in bagno la madre di Eva, che dallo stupore fa rovinare a terra la carta
igienica appena comprata.
Gli occhi della madre però non sono di
approvazione, ma svelano un dolore profondo. Si velano di lacrime, mentre si
chiede come ha potuto non accorgersi di nulla, come ha potuto non vedere il
corpo della figlia che si svuotava giorno dopo giorno.
Eva però non capisce il disappunto della
madre, ma il sesto senso le suggerisce rivestirsi in fretta, prima di entrare
in discorsi scomodi che non vuole ascoltare. Così prima che la madre possa
aprire bocca è già sgattaiolata in camera, si è vestita con un abito che le sta
da cani, perché di cinque taglie più grande ed esce dicendole a voce alta di
non aspettarla per cena, perché tanto mangerà fuori.
Mentre dice queste parole chiude il portone di
casa alle sue spalle, sapendo di aver mentito perché manca ancora un chiletto,
solo uno, domani potrà mangiare... forse.
©Arianna Berna
Terribile ma vero.
RispondiEliminaPurtroppo è proprio così
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