Mi chiamo Norma, Norma Jeane Mortenson, sono nata il 1 giugno del 1926, ma voi mi conoscete come Marilyn Monroe.
La mia vita è stata un continuo di alti e bassi.
Non parliamo dell’infanzia, una tragedia! Figlia di una madre psicologicamente instabile, ho trascorso gran parte della fanciullezza in case-famiglia, su cui preferisco stendere un velo pietoso, meglio non ricordare le violenze e le umiliazioni subite.
Mi sono sposata giovanissima, a sedici anni sono stata ingabbiata in un matrimonio di comodo, sponsorizzato dalla mia tutrice. Le scarpe di moglie mi stavano strette, ma ho fatto del mio meglio per immedesimarmi in quel ruolo, ho fatto la brava casalinga, come era richiesto alla mia epoca.
Quando mio marito si è arruolato nella marina mercantile sono rimasta di nuovo sola ed avevo bisogno di danaro oltre che di compagnia, così ho trovato un posto di lavoro come operaia, insieme a tante mie coetanee. Prima impacchettavo i paracadute, poi mi hanno destinato alla verniciatura delle fusoliere degli aeroplani ed è stato lì che ho incontrato il mio destino.
Ricordo come ieri il giorno in cui tutto ebbe inizio, il 26 giugno 1945.
Il fotografo David Conover è venuto allo stabilimento per fotografare le "ragazze che tenessero su il morale delle truppe al fronte" per un servizio per la rivista Yank. Sono stata scelta insieme alle mie colleghe più carine, ma, fra tutte, David non aveva occhi che per me. Gli sono piaciuta talmente tanto che mi ha esortato a intraprendere la carriera da modella.
Le foto per i militari mi hanno incoronato “Miss lanciafiamme”, ma, nel giro di poco tempo, le ho pagate con il divorzio.
Foto dopo foto mi allontanavo dalla povertà e dall’anonimato per arrivare fino dove tutti sapete, fino a dove mi sono persa, fra il lusso, le tentazioni e la disperazione che solo la solitudine interiore può creare.
Sono stata la donna più ammirata del mondo intero, ma ero così triste. Gli uomini che ho amato cercavano la dea, la diva e il sex siymbol, e non la donna e l’anima. Nessuno voleva Norma, tutti volevano solo Merilyn.
Se solo mi fossi fermata un passo prima, se solo mi fossi voluta un po’ più bene.
Sarebbe stato interessante vedere la vita con gli occhi dell’età, ma la vita è la vita e gli errori si pagano, e quanto il conto arriva si salda senza sconti.
©Arianna Berna
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Alcune delle frasi più celebri di Marilyn
“La notte mi vesto di Chanel numero 5.”
“Vorrei essere felice. Ma chi lo è? Chi è felice?”
“Tutti veniamo alla luce con la nostra sessualità, grazie a Dio, ma è un peccato che così tanta gente disprezzi e soffochi questo dono naturale. L'arte, la vera arte, viene da lì, come ogni cosa.”
“La gente non mi vede! Vede solo i suoi pensieri più reconditi e li sublima attraverso di me, presumendo che io ne sia l'incarnazione.”
“Una volta celebri, sapete, potete leggere cose sul vostro conto, le idee di qualcun altro su di voi; ma ciò che conta - per sopravvivere, per affrontare giorno per giorno ciò che vi capita - è quel che pensate voi di voi stessi.”
“Non desidero niente altro. Uomini, denaro, amore, ma solo il talento per recitare.”
“Sentivo la mia mancanza di talento come se internamente indossassi abiti da quattro soldi. Ma, mio Dio, quanto volevo imparare, migliorare.”
“Quando ero piccola, nessuno mi diceva mai che ero carina; bisognerebbe dirlo a tutte le ragazzine, anche se non lo sono.”
“Il sesso fa parte della natura, e io seguo la natura.”
“[Hollywood è] un posto dove ti pagano mille dollari per un bacio e cinquanta centesimi per la tua anima.”
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