Non ho mai creduto
ai colpi di fulmine, mai… fino ad oggi.
Mi volto e lo vedo
che guida sorridente, bello come il sole e forse anche di più.
E’ accaduto tutto
per caso, stavo entrando nel diving per chiedere un’ultima informazione e ci
siamo scontrati. Sul momento ero infastidita, ma quando ho posato lo sguardo
sul suo viso sono rimasta senza parole. Occhi negli occhi era come se ci
fossimo incastrati nei luoghi nascosti della nostra psiche. Dopo qualche
istante di stordimento, abbiamo iniziato a chiacchierare completamente persi
nella nostra nuvoletta, incuranti del mondo esterno. E’ stato come se ci
fossimo riconosciuti fra mille esseri umani, lui che fino a pochi istanti prima
era sconosciuto è diventato inaspettatamente prioritario. Non ho esitato a
seguirlo quando mi ha proposto di portarmi in una baia sconosciuta ai turisti
ed eccomi qui, in questa Panda sgangherata.
Parcheggiata
l’auto, ci incamminiamo lungo il sentiero roccioso che porta alla spiaggia. Per
la prima volta da quando l’ho incontrato, avverto un leggero imbarazzo dato
dalle aspettative, ma Marco riesce a superarlo cingendomi la vita con un
braccio. Le parole fluttuano senza fatica e il desiderio di un contatto fisico
cresce ad ogni passo, ogni singola cellula lo reclama.
Stiamo camminando
già da un quarto d’ora e il sentiero verso la spiaggia sembra essere infinito.
I desideri stanno diventando realtà, lo percepisco nell’attimo in cui Marco si
ferma deciso e mi gira prendendo il viso fra le mani. Lo stomaco si chiude
dall’agitazione e non riesco a staccare lo sguardo dal suo magnetico. Nessuna
parola infrange l’aria, anche se ci stiamo raccontando di noi nella profondità
del momento. Quando le sue labbra incontrano le mie è il bianco ed il nero, il
nulla e l’assoluto.
Nei sensi il calore
del suo abbraccio, l’odore della macchia mediterranea e il canto delle cicale
ad agosto. Ancora una volta tutto intorno svanisce. Ho perso il contatto con il
suolo, ma non capisco se sto sognando o se è realtà. Nessuna finzione, mi ha
sollevato da terra e mi sento leggera e felice come non ricordo di essere stata
mai.
Arrivati alla
spiaggia deserta troviamo soltanto le barche di legno colorato dei pescatori
ancorate quasi a riva, che dondolano impercettibilmente nel mare calmo.
Distesi sotto il
sole cocente, pendo dalle sue labbra mentre mi racconta i sogni per il futuro.
Non riesco a non toccarlo mentre gioca con i miei capelli. Mi sembra di essere
in una bolla di sapone, il mondo esterno è definitivamente sparito, esistiamo
soltanto noi, guidati dal ritmo dei battiti dei nostri cuori.
D’un tratto si
alza e mi conduce in mare. Il bagno diventa sensoriale, le nostre pelli si
sfiorano e Marco scherza spruzzando dell’acqua sul mio corpo accaldato, strillo
dalla sorpresa e dallo sbalzo di temperatura.
Lo rincorro e lo
seguo quando si tuffa nell’acqua alta. In apnea apro gli occhi e lo vedo
sfuocato, è arrivato fino al fondale, raccoglie qualcosa e riemerge. Lo seguo a
ruota alzando la testa. Ci sorridiamo ansimando per il fiato corto, apre il
palmo di mano e scopre il tesoro raccolto, un piccolo teschio di riccio rosa
che pone con delicatezza nelle mie mani. Si avvicina e mi schiocca un bacio
sulle labbra.
(copyright Arianna Berna - tutti i diritti riservati)