Giugno è stato un mese intenso e
ricco di colpi di scena.
Diciamo che le tappe si possono
scandire di pari passo con le uniche tre partite “giocate” (si fa per dire)
dalla nostra nazionale.
Le cose sono andate più o meno
così…
14 giugno
1° PARTITA
Italia - Inghilterra
ORE 22,30.
Ho sonno, sì ho maledettamente
sonno.
Qualche anno fa di sabato sera mi
sarei dimenata al ritmo di “sabor latino”
in qualche dancing o avrei spadellato
per intere tribù di amici e invece adesso l’unica cosa che desidero è farmi una
sonora ronfata.
Pienamente giustificata direi,
visto che mancano appena 5 giorni al mio quarantesimo compleanno e quindi ho
tutto il diritto di dare il benvenuto ai primi cedimenti strutturali della
vecchiaia che incombe, stanchezza inclusa.
Le mie amiche che hanno già
raggiunto il traguardo mi hanno avvisata: dopo il giro di boa che dagli “enta”
porta agli “anta” tutto peggiora.
Hai ancora più sbalzi d’umore, i
capelli bianchi proliferano in perfetta sincronia con i cuscinetti adiposi e ti
sbraneresti prole, coniuge e parentado fino alla settima generazione un giorno
su due.
Non resta che appendersi al collo
un cartello con la scritta “Caduta pezzi” e camminare a testa bassa.
Evviva.
Comunque trenta o quaranta resta
il fatto che io ho un sonno boia e vorrei solo dormire.
Anche se c’è l’anticiclone sub
tropicale che rende tutto appiccicoso e anche se iniziano i mondiali.
A tal proposito la piccola C. ha
annunciato tutta pimpante che lei resterà sveglia per tutti i due i tempi,
minuti di recupero inclusi.
Il mio coniuge-coinquilino se l’è
svignata con una scusa non meglio identificata promettendo di rientrare come un
moderno Cenerentolo, entro il fischio d’inizio della mezzanotte.
Io però non ce la posso proprio
fare…
Ho avuto una giornata da manuale
della mamma e non ci sono abituata…
Mi sono svegliata all’alba per
fare da “mamma-coach” ad F. che
affrontava la sua prima prova scritta d’esame. Ovviamente assalita da tutti i
dubbi grammaticali catalogabili dalla prima elementare alla terza media,
nessuno escluso.
Poi per par condicio ho dovuto improvvisarmi “mamma-giardinetto” preparare un tramezzino alla nutella e prendermi
eritemi e zanzare sotto il solleone di un parco giochi senza alberi, che i
pargoli considerano però molto trendy, perché
possiede un infernale struttura gioco denominata “Ragno”, su cui gli
spensierati infanti tentano di arrampicarsi come scimmiette, rischiando ad ogni
mossa fratture varie e assortite.
Ciliegina sulla torta ho ricoperto
l’infame ruolo di “mamma-spesaiola”
raccattando provviste al Carrefour
tra la massa famelica di quel che restava del sabato pomeriggio.
E mentre riponevo gli approvvigionamenti
dentro sottilissime buste puzzone di plastica bio, la cassiera mi ha rifilato uno
scontrino chilometrico in triplice copia blaterando qualcosa a proposito di
rimborso del cento percento in caso
di vittoria della nazionale.
Io ho annuito distratta mentre
arraffavo scontrini e pure la piccola C. in procinto di esibirsi nel tuffo da
carrello.
E quindi adesso, dopo questa
bella giornatina io e il mio spirito patriottico non ce la facciamo proprio più
e vorremmo solo assopirci tra le lenzuola, con buona pace del tricolore.
Ma le mie “ragazze” non la
pensano così.
Reclamano la “partita in
famiglia” e considerano la mia presenza indispensabile visto che anche Cenerentolo ci degnerà della sua
piuttosto fantasmagorica presenza.
Dopo un estenuante tira e molla
raggiungiamo un armistizio: mi sarà concesso un sonnellino breve dalle 22. 30
alle 23.30, a patto che mi renda disponibile a fare da cavia per una manicure
bianca rossa e verde. In alternativa sono disposte a stare brave per la modica
cifra di dieci euro cadauna.
Ci accordiamo per 5 euro più una
scorta mensile di estathé alla pesca e posso andarmi a stendere.
Chiudo gli occhi e, finalmente,
mi rilasso…
Sono in pieno dormiveglia quando
avverto qualcosa di strano, come una presenza morbida sulle mie guance e un
lieve ronzio nelle orecchie…
Apro un occhio pigramente e vedo
la piccola C. con le sue manine premute sulla mia guancia
“Mamma… volevo svegliarti per
dirti che puoi dormire ancora mezz’ora!” annuncia fiera.
Non sa che un annuncio del genere
potrebbe essere più letale del diabolico “ragno” dei giardinetti…
Per fortuna l’istinto materno, o
più probabilmente il sonno, ha il sopravvento su ogni reazione avventata a
danno del componente più giovane della mia famiglia.
Richiudo gli occhi e dopo nemmeno
dieci minuti la porta si riapre.
Questa volta è la maggiore che
fregandosene altamente del mio desiderio di riposo accende la luce e si sdraia
accanto a me con tanto di pc posizionato sulla cartella “Tesina terza media”.
“Mà, dài… ripetiamo la tesina?”
“Frà manca una settimana!” protesto
con la testa a sandwich tra due cuscini sperando che desista.
Speranza vana.
“Mà non puoi dormire! Sono tutti
svegli che aspettano la partita!”
“Ti faccio sentire l’inno dei
mondiali così ti svegli…”
Smanetta sulla tastiera e le note
spaccatimpani di “Ole-Ola”
gentilmente offerte da Lopez - Pitbull mi piombano moleste nel cervello.
“Visto che figata!”
Attratta dalla musica, anche la
piccola C. decide di unirsi al party notturno pre-partita.
Io sono di nuovo animata dalle
peggiori intenzioni che un genitore possa avere nei confronti della prole ma
per fortuna vengo distratta da uno strombazzante “PEEEEE PEEE” che guarda caso
proviene proprio dal mio uscio.
Il mio coinquilino/consorte,
fresco come un bocciolo di rosa, varca la soglia munito della sua nuova trombetta
da stadio hand made, costruita
guardando un video su you tube tanto
per ammazzare il tempo.
Mentre i tre hooligans improvvisano un karaoke sull’inno di Mameli io mi
appiattisco sul divano e, tra uno sbadiglio e l’altro mi perdo tra le scarpette
bicolore di Balotelli, i capelli sudati di Pirlo e l’orripilante completino
rosa salmone del portiere di riserva.
I minuti passano e mentre io
comprendo che il 4-2-3-1 non è un conto alla rovescia sbagliato, i miei
coinquilini gongolano al primo goal, si ammosciano al pareggio ed esultano
strombazzanti alla vittoria.
Alle 2,30 tutti ronfano beati nei
loro lettini.
Tutti tranne la sottoscritta che,
ovviamente, non ha più sonno.
Mi alzo e frugo nella borsa alla
ricerca di una compressa di melatonina e mi ritrovo tra le mani lo scontrino
infinito del Carrefour.
Lo leggo con attenzione e scopro
che la vittoria insperata della nazionale mi dà diritto a un buono spesa da 50
euro e all’improvviso ho voglia di esultare anche io.
Prendo l’infernale trombetta
fatta in casa e la schiaccio a più riprese zampettando tra le stanze.
“Beh, che avete? Non vi va più di
festeggiare?”
Mi raggiungono mugugni e commenti
di vivace disapprovazione mentre io, tutta soddisfatta, me ne torno a dormire
pensando che tutto sommato il rosa salmone non è poi così male e il calcio
inizia a starmi simpatico…
©Monica Coppola